Trattasi di libere rielaborazioni di casi clinici reali nelle quali l'utilizzo di nomi e scenari fittizi tutela la privacy delle persone coinvolte senza nulla togliere alle dinamiche psicologiche sottese.
Manlio arriva a Forlì per il nostro primo colloquio puntualissimo. È un avvocato di una quarantina d'anni, mi ha contattato dopo
avermi trovato su internet.
Elegante, gentile e particolarmente educato nei modi, si presenta dicendomi:
"Ho tutto quello che si può desiderare nella vita: un'attività professionale stimolante e ben avviata che svolgo in uno Studio mio dove ho anche alcuni dipendenti.
Nessun problema economico, una famiglia invidiabile con una moglie che mi vuole bene e tre figlie che mi adorano.
Sono sostanzialmente soddisfatto della mia esistenza, ma... c'è qualcosa che mi rode dentro e che non mi fa stare tranquillo!"
Poi si dilunga a parlarmi del suo lavoro e della passione che vi mette, della bella casa che ha acquistato di recente e di cui va fiero,
della sua bella famiglia ecc.
Ma da quasi un'ora sta girando intorno al problema e devo "richiamarlo all'ordine".
Gli domando scherzosamente se per caso non sia venuto da me per raccontarmi solo il positivo della sua vita...
Dopo qualche attimo di esitazione in cui si percepisce la sua forte ansia, mi espone il suo fastidioso conflitto interiore:
"Il fatto è che sento una forte attrazione fisica per una delle mie segretarie e credo sia una cosa reciproca...
Non so cosa fare perché io voglio bene a mia moglie!".
Riesce a dire ciò solo a fine seduta.
Cerco di tranquillizzarlo, perché non mi sembra un problema irrisolvibile.
Gli propongo di vederci per 3/4 incontri, allo scopo di metter bene a fuoco i termini della questione per poi decidere insieme il da farsi.
Manlio accetta di buon grado. Ora tira un respiro di sollievo. Ha fatto un grande sforzo nel venire da me, l'ho compreso.
Il suo orgoglio gli remava contro e si vergognava di doversi presentare da un terapeuta per esporgli un problema personale, intimo, e, almeno in
apparenza, così semplice, sul quale - ne sono certo - avrà ricevuto decine di consigli pratici da amici e conoscenti che gli avranno propinato
il solito: "ti dico io quello che devi fare!".
Vedo in lui tante risorse, tante opportunità, tanti strumenti per poter vivere meglio eppure si va ad "impantanare" su di un conflitto di questo tipo.
Il disagio, il sintomo, il "problema ufficiale" è solo la punta dell'iceberg, è la parte visibile e manifesta e non rappresenta
il nodo centrale della questione.
Bisogna andare a fondo.
Problemi familiari. Dal secondo incontro in poi emergono gli aspetti più nascosti e più importanti della sua vita:
Il quadro ora appare molto diverso: una vita bella solo in apparenza, una vita che è molto lontana dalle sue autentiche aspirazioni, una vita che non era riuscito ad indirizzare - forse per paura - nella direzione migliore.
Manlio aveva sempre fatto il bravo anziché cercare un'autentica realizzazione di se stesso.
Bruciammo tutte le tappe: in una decina di sedute riuscimmo a mettere bene a fuoco il problema. Forse lui, sotto sotto, aveva sempre
saputo quello che avrebbe dovuto fare e aveva solo bisogno del "benestare" di un esperto.
Fatto sta che Manlio iniziò quella che sarebbe stata l'ultima seduta dicendomi con l'atteggiamento di chi sa ciò che vuole: "Ora so cosa devo
fare della mia vita!"
Se vuoi, puoi chiedere il mio intervento in caso di problemi familiari, ti riceverò presso i miei studi di Forlì e San Mauro Pascoli.
Per contattare il dott. Giancarlo Signorini puoi chiamare il numero 348.5220353 e prendere un appuntamento oppure inviare privatamente una mail compilando i campi sottostanti. (* campi obbligatori)
Dott. Giancarlo Signorini, Psicologo Psicoterapeuta a Forlì e San Mauro Pascoli, iscritto all'Ordine degli Psicologi della regione Emilia Romagna n. 3312.
Cell. 348.5220353
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San Mauro: Via Bastia 29