Trattasi di libere rielaborazioni di casi clinici reali nelle quali l'utilizzo di nomi e scenari fittizi tutela la privacy delle persone coinvolte senza nulla togliere alle dinamiche psicologiche sottese.
A Forlì si presenta presso il mio Studio - su invito della figlia psichiatra - Emma, una vivace e simpatica signora di circa sessant'anni. Si sente oppressa, bloccata e sofferente, riporta.
Dal suo racconto emerge la forte rivalità con la nuora, che pare trattarla come una serva approfittando della sua disponibilità. Emma, d'altra parte, evita di prendere posizione con questa per timore di creare tensioni e dissidi col figlio (il di lei marito). Inoltre, da quando è andata in pensione, si sente un pesce fuor d'acqua: il ruolo dominante che rivestiva (era caporeparto in una grossa azienda) e che così bene s'addiceva alla sua esuberanza, era venuto meno e questo l'aveva gettata nello sconforto. La recente separazione dal marito, poi, aveva ulteriormente aggravato la situazione.
Emma aveva bisogno di sentirsi ancora protagonista della propria vita, così aveva cercato uno spazio e un'attività cui dedicarsi con impegno. Ma, dopo aver provato senza soddisfazione prima con il volontariato poi come aiutante nel negozio di un'amica, si era buttata anima e corpo nell'aiuto pratico al figlio.
Così si faceva carico in tutto e per tutto delle necessità contingenti della sua famiglia: cucinava per il figlio, per la nuora e per il nipotino (ognuno pranzava in orari diversi), gestiva da brava governante la loro casa, andava a prendere a scuola il bambino, e così via.
Ma - e qui sta il punto - non arrivava mai da parte loro un «brava», un «grazie», un segno pur piccolo di riconoscimento, di gratitudine. Anzi, la nuora si approfittava della situazione mostrandosi anche indisponente e pretenziosa. Questo l'aveva mandata in tilt.
Perché non provare a parlare di questo disagio col figlio ed eventualmente con la nuora? Questo più volte le era stato suggerito dall'altra
sua figlia, la psichiatra, ma lei si era sempre rifiutata di farlo. La paura la bloccava. Una paura articolata, variegata, complessa.
In primo luogo, il semplice fatto di ammettere con qualcuno di essere in difficoltà veniva vissuto da lei come un fallimento: lei era
sempre stata vista come una 'garibaldina' e non poteva abdicare a questa sua posizione.
In secondo luogo, temeva molto il confronto sia col figlio che con la nuora: avrebbe fatto fatica a reggere alle loro probabili critiche (loro
due, a differenza di lei, erano laureati). In più temeva molto il magone che le sarebbe venuto durante il confronto e che l'avrebbe sicuramente
portata alle lacrime: un comportamento, questo, che era sempre stato bandito nella sua famiglia di origine e bollato come debole, ingenuo,
immaturo e risibile.
Emma aveva bisogno di un contesto appropriato in cui poteva darsi il diritto di manifestare liberamente la sua frustrazione e l'ha trovato nel mio studio a Forlì. Da tanto tempo lei comprimeva la propria vita emotiva ed era venuto il momento di esprimerla. Molte lacrime sono venute fuori - sempre immancabilmente accompagnate dalle sue scuse - durante i nostri colloquii: lacrime umane, legittime, necessarie che le portavano un certo sollievo e un minimo di conforto. Non si sentiva rispettata dai suoi cari: su questo tema abbiamo lavorato tenacemente e proficuamente.
È riuscita a capire che il suo eccessivo prodigarsi non era altro che un modo per affermarsi, per far valere le proprie idee e posizioni, per sentirsi ancora viva.
Compreso ciò ha, iniziato a ridurre sensibilmente la propria presenza nella famiglia del figlio, aspettando, perlopiù, di essere cercata quando loro ritenevano di averne bisogno. Così, quasi per miracolo, erano arrivati anche gli apprezzamenti e i ringraziamenti che le mancavano tanto.
Emma è stata in gamba: non è facile alla sua età mettersi in discussione. Ma lei lo ha fatto aiutata dalla sua grande energia e dal bisogno di migliorarsi e i risultati si sono visti con una rapidità insolita.
Se lo vorrai percorreremo insieme la strada che porta al supertamento dei conflitti familiari, anche i conflitti tra Suocera e Nuora: ricevo
presso gli studi di Forlì e San Mauro Pascoli.
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Dott. Giancarlo Signorini, Psicologo Psicoterapeuta a Forlì e San Mauro Pascoli, iscritto all'Ordine degli Psicologi della regione Emilia Romagna n. 3312.
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