Trattasi di libere rielaborazioni di casi clinici reali nelle quali l'utilizzo di nomi e scenari fittizi tutela la privacy delle persone coinvolte senza nulla togliere alle dinamiche psicologiche sottese.
Presso il mio studio di Forlì torna dopo una decina d'anni Valeria, una giovane e distinta donna sui quaranta. All'epoca la seguii per un problema di ipocondria; oggi mi parla del suo problema di coppia.
Si è sposata cinque anni fa, felicemente, pensava, ma ultimamente sente il proprio partner come distante, poco attento, lontano dalle proprie necessità.
Ricercatrice universitaria piuttosto quotata, dopo alcuni incarichi di insegnamento in Italia, l'anno scorso ha ottenuto una cattedra in un'importante università degli Stati Uniti: questa era la sua massima aspirazione lavorativa e, con grande fervore, ha rapidamente accettato l'incarico. Ma qui sono iniziati i problemi: il marito non ha accolto di buon grado la sua decisione e avrebbe preferito che rinunciasse all'incarico.
Problemi di coppia. Certo, si è trattato di una decisione grossa, che portava Valeria lontano da casa, dal marito e dal figlioletto di quattro anni per lunghi periodi di tempo. E questo non andava per niente al marito che, invece, ci teneva ad averla vicino e a condividere con lei le piccole ma importanti cose del ménage familiare. Così lui se ne era risentito e, quando lei era lontana, non mostrava più il suo solito smalto, la sua gioviale spontaneità, il suo coinvolgente buon umore. Quando si sentivano al telefono o via skype lui non appariva entusiasta e soddisfatto come lei avrebbe voluto.
Dice Valeria singhiozzando:
"Lui non capisce, non si rende conto di quanto io ci stia male... Sì, è vero che mi mancano: lui, il nostro piccolino, la nostra casa, il nostro cane. Ma si tratta solo di un paio d'anni, poi non sarà difficile avere un incarico più vicino: questa era l'occasione della mia vita, non potevo buttarla dalla finestra! Mi sta rendendo la vita impossibile. Alle volte penso che lui lo faccia apposta a mostrarsi triste, come se volesse farmi un dispetto...".
Valeria mostrava molta acredine verso il marito, fino all'insofferenza. Si lamentava di non avere un partner più comprensivo, più sensibile, più disponibile ad aiutarla nei momenti di difficoltà.
Col lavoro di analisi che portammo avanti per un paio d'anni (con diverse sospensioni dovute al fatto che lei alcuni mesi all'anno si trovava, ovviamente, negli USA). Valeria piano piano iniziò a spostare l'attenzione dalla mancanza di comprensione del marito al fastidio - forse eccessivo - che manifestava verso di lui.
In fondo il suo partner aveva un buon carattere, era innamoratissimo e stravedeva per lei: solo, semplicemente, faceva fatica a starle lontano.
Dopo il nostro percorso Valeria ha iniziato a guardare al mondo in modo diverso.
Ha imparato di più ad accettare gli altri e, specialmente, ha imparato a guardarsi dall'esterno per poter avere più obiettività nel rapporto
col partner e con le altre persone importanti.
Nel caso di Valeria, la sofferenza non era tanto dovuta ad un marito inadeguato, quanto ad una incapacità nell'accettarlo così com'era. E questo fastidio che lei manifestava nei suoi confronti cancellava anche tutti gli aspetti positivi di lui.
Se lo ritieni, puoi contattarmi per i tuoi problemi di coppia (con o senza una relazione a distanza), ricordati che ricevo a Forlì e San Mauro Pascoli.
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Dott. Giancarlo Signorini, Psicologo Psicoterapeuta a Forlì e San Mauro Pascoli, iscritto all'Ordine degli Psicologi della regione Emilia Romagna n. 3312.
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